Raspberry PI – Installiamo un nuovo case con ventola

Raspberry PI – Installiamo un nuovo case con ventola

Dopo qualche settimana di utilizzo del nostro Raspberry PI con Home Assistant, lasciando ovviamente acceso 24h il device ho potuto notare come la temperatura operativa media, seppur lontana da quelli che sono i limiti massimi suggeriti dal produttore di massimo 80/90 °C resta comunque su valori abbastanza alti, assestandosi di media tra i 55 °C ed i 58 °C, nonostante l’installazione dei dissipatori passivi forniti nel kit al momento dell’acquisto.

In precedenza, si è deciso di utilizzare il Raspberry PI 4 come supporto hardware per la nostra domotica (ne abbiamo parlato in questo post) ed aver realizzato una Dashboard personalizzata per il controllo ed il monitoraggio dei parametri operativi.

Ricordiamoci sempre che qualsiasi elettronica lavora meglio (sia in termini di efficienza che di usura) a temperature il più basse possibili. In altre parole, più riusciamo a contenere le temperature medie di esercizio di un apparato elettronico, meglio lo sfruttiamo e (soprattutto per il nostro portafogli) più gli allunghiamo la vita perché risulterà meno oggetto a stress termico.

In fase di installazione ho optato per utilizzare il classico case bianco ed amaranto che viene fornito in bundle con lo starter kit.
Il case in questione è ovviamente un modello base e, oltre ad essere in plastica, non ha particolari accorgimenti per facilitare la circolazione dell’aria all’interno e quindi il raffreddamento del Raspberry.

A questo punto decido di sostituire il case con uno dotato di ventola e di installare un piccolo case regalatomi da un amico che dovrebbe consentirci di ottenere una temperatura di esercizio più bassa.
A questo link potete trovare un modello molto simile a quello che mi è stato regalato: il case è sempre in plastica ma palesemente con qualche accorgimento in più per facilitare la circolazione dell’aria come, appunto la dotazione di una ventola nella parte superiore, la foratura della base ed una chiusura ad appoggio che consente di lasciare un piccolo intercapedine tra il case vero e proprio ed il coperchio (a cui è agganciata la ventola) così da agevolare lo scambio d’aria (e di calore) con l’esterno.

La sostituzione non richiede particolari accorgimenti, se non un po’ di attenzione in fase di collegamento della ventola.

  • Connettore rosso (positivo): collegato al PIN 4, da cui viene prelevata direttamente una tensione di 5V DC.
    In alternativa, si può collegare la ventola anche al PIN 1, prelevando una tensione di 3.3V DC e facendola quindi girare ad un regime ridotto
  • Connettore nero (massa): collegato al PIN 6

Tutte le altre operazioni di sostituzione non richiedono attenzioni degne di nota se non di non tirare troppo le viti in fase di fissaggio della ventola: il case è comunque di plastica e si correrebbe il rischio (appunto stringendo troppo le viti) di romperlo.

La sostituzione non ha impiegato più di 15/20 minuti, con tutti i controlli del caso per il collegamento all’alimentazione (nel caso si sbagliasse poco male, in questo caso non si farebbero danni, semplicemente la ventola non si accenderebbe).

Dopo aver richiuso il tutto, ricollegato l’alimentazione ed atteso un po’, ecco che il nostro grafico della temperatura inizia ad assestarsi su valori decisamente più accettabili: tra i 35 °C ed i 37 °C, quasi “freschino”!

Nei prossimi giorni terrò monitorato l’andamento della temperatura ma, indubbiamente, con una spesa di pochissimi euro possiamo garantire delle condizioni operative molto più ottimali al nostro Raspberry e, quindi, allungargli la vita.

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